Massimiliano
Bruno (attore - regista - sceneggiatore) Roma 4.11.2012
Intervista di Gianfranco Gramola
Un’artista
in gran forma, che nel suo ultimo “Viva l’Italia” racconta questo nostro
Paese sgangherato, bugiardo, votato alle raccomandazioni e abituato al deserto
dei valori, il tutto amalgamato stupendamente con divertenti gag. Un film capace
di farci sorridere anche quando la realtà cerca di fare il contrario. “Un
Paese – spiega il regista romano – che può migliorare solamente se noi
tutti cambiamo mentalità”. In questa intervista Massimiliano Bruno racconta
anche l’amore per la sua città e la filosofia dei romani.
Il
sito ufficiale del simpatico attore romano è www.massimilianobruno.it
Massimiliano
Bruno è nato a Roma il 4 giugno del 1970. Poliedrico autore, attore e
regista esordisce alla regia cinematografica con il film “Nessuno mi può
giudicare”, interpretato da Paola Cortellesi, Raoul Bova e Rocco Papaleo. È
autore di molte sceneggiature di successo, tra cui “Notte prima degli
esami”, “Ex e Maschi contro femmine” per la regia di Fausto Brizzi. Per il
teatro stabilisce una prolifica collaborazione con Paola Cortellesi per la quale
scrive tre commedie teatrali: "Cose che capitano" e "Ancora un
attimo" che interpreta al suo fianco e “Gli ultimi saranno ultimi”
vincitore di numerosi riconoscimenti come il “Premio ETI - Gli olimpici del
teatro”, il prestigioso “Premio della critica 2006” e il premio
“Anima”, per l’attualità del testo che affronta importanti tematiche
sociali legate al mondo del lavoro. A dicembre del 2011 si è aggiudicato il
prestigioso “PREMIO SILA” (settore cinema) . Il suo cavallo di battaglia
rimane il monologo "Zero" da lui scritto e interpretato per la regia
di Furio Andreotti. Per la televisione scrive per “I Cesaroni”, “Quelli
che il calcio”, “Non ho l'età”. Conduce
varie trasmissioni televisive tra le quali “Saturday Night Live” per La7 e
“80º minuto”. È attore nella serie televisiva “Boris” vincitrice del
“Roma Fiction Festival” dove interpreta il ruolo di Nando Martellone, e
nella serie dello “Ispettore Coliandro” dove interpreta il ruolo
dell'ispettore Borromini.
Riconoscimenti
Medaglia
d'Oro ai Benemeriti della Cultura e dell'Arte (Roma 17 marzo 2004)
Curriculum artistico
Attività teatrale
Passpartù
(2011) jamsession teatrale di Massimiliano Bruno e Sergio Zecca - Potere alle
parole (2011) autore e attore con Frankie Hi Nrg - Passpartù (2009) jamsession
teatrale di Massimiliano Bruno e Sergio Zecca - Agostino (2008) autore, con
Rolando Ravello regia di Lorenzo Gioielli - Poveri ma belli (2008) autore, con
Bianca Guaccero regia di Massimo Ranieri - Roma di notte (2008) regista e
autore, con Alessandro Mandarino - Tre (2007) regista e autore, con Roberto
Ciufoli - Supermercato (2006)
regista e autore - Gli ultimi saranno gli ultimi (2005) autore, con Paola
Cortellesi regia di Giampiero Solari e Furio Andreotti - Zero (2005) autore e
attore, regia di Furio Andreotti - Nessuno (2003) autore e regista, con Luca
Angeletti - Ancora un attimo (2003) autore regista e attore, con Paola
Cortellesi - Interreil (2002) autore e regista, con Michele La Ginestra e Romina
Mondello - Rodimenti (2001) autore, con Cinzia Leone - Metadonia (2001) autore,
regista e attore - Bugie (2000) autore, con Michele La Ginestra - Anatomia della
scomparsa di. (2000) attore - Titanic (1999) autore - Come sarò ieri (1999)
autore e regista - Esse (1998) autore, regista e attore - Cose che capitano
(1998) autore, regista e attore con Paola Cortellesi - Tre moschettieri (1997)
autore - Il silenzio (1997) autore, regista e attore - Oreama (1996) attore -
Karmacoma (1996) autore e regista - Splatter (1995) attore - Rassegna dei nuovi
tragici (1995) attore - Restiamo amici lo dici a tua sorella (1993) attore -
Pazzo Max (1991) scritto e interpretato al fianco di Sergio Zecca.
Attività
Televisiva
Boris
(2007 - 2010) FOX attore - L'ispettore Coliandro 2 (2009) Rai2 attore -
Ottantesimo minuto (2008) FX conduttore - Quelli che il calcio... (2007) Rai2
autore - I Cesaroni (2006) Canale5 autore - Due sul divano 2 (2005) La7 autore e
attore - Saturday Night Live (2005) La7 conduttore - Settima dimensione (2005)
La7 conduttore - La omicidi (2004) Rai1 attore - Due sul divano (2004) La7
autore e attore - Nessundorma (2004) Rai2 autore e attore - Assolo 2 (2003) La7
autore - Una squadra per amico (2003) Rai1 autore - Non ho l'età 2 (2002)
Canale5 autore e attore - Assolo (2002) La7 autore - Sì, sì è proprio lui
(2002) Rai1 autore - Non ho l'età (2000)
Canale5 attore - Un medico in famiglia 2 (1999) Rai1 attore - Linda e il
brigadiere (1997) Rai1 attore.
Regista
Viva
l'Italia (2012) anche autore, regista e attore - Nessuno mi può giudicare
(2011) anche autore, regista e attore (Nastro d'argento 2011 miglior commedia) -
Baciato dalla fortuna (2011) regia di Paolo Costella - Balla con noi (2011)
regia di Cinzia Bomoll - Femmine contro maschi (2011) regia di Fausto Brizzi -
Maschi contro femmine (2010) anche attore, regia di Fausto Brizzi - Tutto
l'amore del mondo (2010)
regia
di Riccardo Grandi - Ex (2009) regia di Fausto Brizzi - Nos 18 ans (2008) regia
di Frédéric Berthe - Questa notte è ancora nostra (2008) anche attore, regia
di Paolo Genovese e Luca Miniero - Notte prima degli esami oggi (2007) regia di
Fausto Brizzi - Notte prima degli esami (2006) regia di Fausto Brizzi.
Attore
Viva
l'Italia (2012) anche regista e autore - Nessuno mi può giudicare (2011) anche
regista e autore - Questo mondo è per te (2011) regia di Francesco Falaschi -
Boris Il film (2011) regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca
Vendruscolo - Maschi contro femmine (2010) regia di Fausto Brizzi - Feisbum
(2009) regia dell'episodio con Massimiliano di Mauro Mancini e Emanuele Sana -
Questa notte è ancora nostra (2008) regia di Paolo Genovese e Luca Miniero - Il
giorno + bello (2006) regia di Massimo Cappelli - Si fa presto a dire amore...
(2000) regia di Enrico Brignano e Bruno Nappi - Toilette (1999) cortometraggio,
regia di Massimo Cappelli - Barbara (1998) regia di Angelo Orlando.
Intervista
Caro
Massimiliano, il tuo “Viva l’Italia” sta avendo un grande successo. Mi
racconti brevemente di cosa parla?
“Viva
l’Italia” è un affresco di questa Italia 2012, di questo Paese che è stato
più volte umiliato dagli eventi di cronaca e quindi ho pensato di farci sopra
un film divertente per fare in modo che questa fase storica diventi immortale ai
posteri. L’idea nasce da un mio spettacolo teatrale che si chiama “Zero”
dove all’interno di questo monologo, messo in scena nei primi anni 2000, in
sostanza raccontavo di alcuni terroristi che per distruggere il mondo
occidentale, mettevano all’interno delle metropolitane, delle più grandi
metropoli del mondo, un siero della verità. Questo siero, inebriava le narici
degli avventori della metropolitana e li costringeva a dire la verità e quindi
piano piano la società veniva rasa al suolo perché si cominciava a raccontare
a mogli e mariti la verità, i tradimenti, le bugie…
fino a litigare con gli amici dicendosi in faccia ognuno quello che
pensava dell’altro. Finché questa epidemia arrivava anche ai politici e
quindi fra gli Stati nascevano guerre, perché non c’era più
quell’ipocrisia e il compromesso che regna in politica. Mi sembrava, quindi,
molto carino far nascere una storia, per l’intuizione che ho avuto in quel
monologo, e di conseguenza ho pensato che la classe lavoratrice migliore e più
divertente, che potesse subire una malattia sulla verità, potesse essere
proprio la classe politica. Questo perché la verità è una cosa che se la dice
un impiegato, un barista o un dentista, potrebbe non fare tanto male, ma se la
dice un politico che di per sé, come costrutto è uno che la verità non la
dice sempre, può essere un grosso danno. E allora da qui tutte le gag, come
succede a Michele Placido, che interpreta l’onorevole Spagnolo, che nel suo
dire la verità insulta un po’ tutti. Alla moglie rivela di aver avuto 500
amanti, alla figlia che è una pessima attrice, al figlio che è un senza palle,
uno smidollato, finché poi a livello pubblico smentisce tutti i buoni propositi
politici che aveva fatto in 40 anni di carriera. Lui fondava tutto sulla
famiglia e durante una conferenza stampa in diretta televisiva, lui dice che la
famiglia in realtà è una gran “rottura de cojoni” e che ci sono degli
estranei che girano dentro casa e poi, dice nel film, a proposito di verità,
“non si scopa mai” (risata). Lui poi viene fatto fuori dal partito e
improvvisamente diventa un uomo che non conta più nulla.
In questo
film c’è anche un messaggio di speranza?
In
questo film mi è piaciuto dare un messaggio di speranza, ossia la speranza che
può cambiare se cambiamo testa, se cambiamo mentalità. Non è il fatto di
cambiare certi uomini, rottamare certi politici e mettercene altri, perché se i
politici nuovi, hanno la stessa mentalità di quelli che c’erano già, non
cambia nulla. Qui è la mentalità che va cambiata e quindi bisogna accostarsi
alla cosa pubblica con più onestà e più serietà, perché le persone che ci rappresentano come il presidente della
Repubblica o il presidente del Consiglio, i nostri ministri, i nostri politici,
sono un pochino i nostri papà, sono quelli che rappresentano noi, nel mondo.
Quindi dovrebbero fare il nostro bene. La morale dice che c’è una speranza,
se si cambia la mentalità. Questo è il messaggio.
Pensi di dare un seguito a questo film?
No!
Gianfranco. Su questo argomento non ci tornerò più.
Il cast è formidabile. L’hai scelto
personalmente?
Si!
Li ho scelti tutti io. Alcuni sono degli amici con cui ho continuato a lavorare,
vedi Rocco Papaleo e Raoul Bova. Altri gli ho fatto leggere la sceneggiatura,
che è piaciuta molto, vedi Michele Placido, Alessandro Gassman. Poi chi
addirittura ha fatto il provino, come Ambra Angiolini. Lei ha chiesto appunto di
fare questo provino e l’ha fatto egregiamente.
Massimiliano, come ti sei accostato alla
recitazione. Hai qualche parente attore?
No!
Mio padre è un avvocato e mia madre era un insegnante delle scuole Medie,
insegnava educazione artistica. Mia madre faceva la pittrice, però era in un
altro ambito artistico. Nonostante lei fosse un’ottima pittrice, in realtà
non ce l’ha mai fatta a fare più di tanto in quel settore, difatti ha sempre
fatto l’insegnante. Io ho cominciato grazie ad un amico di mio fratello che si
chiama Sergio Zecca e che nel mio ultimo film interpreta l’autista
dell’onorevole Spagnoli (Michele Placido). Lui faceva un laboratorio teatrale
in un quartiere di periferia di Roma che si chiama “Torre Spaccata”. Io
avevo fatto da poco l’esame di maturità e lui mi disse: “Ma perché non
vieni a fare un laboratorio teatrale, è una cosa che non ti toglie tempo
all’Università. Puoi farla come
hobby”. Mi ha convinto, ho fatto questo laboratorio teatrale e dopo un paio di
anni, Sergio mi ha detto che secondo lui dovevo fare l’attore come lavoro. Lui
mi ha messo questa pulce nell’orecchio e ho cominciato a fare degli spettacoli
nell’underground romano, in piccoli teatri. Poi ho iniziato anche a scrivere.
Ho pensato che la cosa più giusta per me era scrivermi delle cose da solo e
farle a teatro. Da lì poi è successo che abbiamo creato un piccolo gruppo di
lavoro, sono iniziate le collaborazioni e ho cominciato con artisti come Sergio
Zecca, Urbano Lione, Maurizio Lops per poi continuare con Paola Cortellesi,
Claudio Santamaria e tanti altri.
Ma tu preferisci il set o il palcoscenico?
Il
palcoscenico. C’è un contatto emozionante con il pubblico che è unico, molto
forte. Trovavo molta soddisfazione quando facevo teatro. Il teatro ti dà anche
la possibilità di cambiare in corsa, cosa che in un film non puoi fare.
La tua più grande soddisfazione
artistica, qual’è stata?
Sicuramente
lo spettacolo che ti ho detto prima e che si chiama “Zero”. Era un monologo
mio che per me ha dato una svolta. E’ stato uno spettacolo importante tanto
quanto “Gli ultimi saranno ultimi” che era un monologo che ho scritto per
Paola Cortellesi. Comunque “Zero” è stato il primo spettacolo con cui ho
avuto una grossa consapevolezza di me stesso. Poi sono molto legato a questo mio
ultimo lavoro “Viva l’Italia” , che è un film molto coraggioso, rispetto
a tutti i precedenti film che ho scritto.
Ti ho conosciuto artisticamente nel film
“Questa notte è ancora nostra”. Sei veramente bravo.
Grazie
Gianfranco.
Ho apprezzato molto anche l’attrice
Valentina Izumì e le musiche di Daniele Silvestri.
Valentina
è una grande amica mia. E' bravissima e simpatica. C’è un pezzo di Daniele
Silvestri anche nel mio ultimo film. Si chiama “Il mio nemico”, una
bellissima canzone.
Qual è il complimento che ti ha fatto
molto piacere?
E’
quando mi dicono, e me lo dicono molto spesso, che nelle cose che faccio
si ride molto, ma si riflette.
Come nel tuo ultimo film, che nelle sale
sta avendo un grossissimo successo.
Si!
Sta andando molto bene. E sono molto contento.
Parliamo un po’ di Roma. Che rapporto
hai con la tua città, Massimiliano?
Io
sono un romano, figlio di calabresi, quindi non sono quel romano doc, delle
famose sette generazioni. Ci sono nato a Roma e per me rimane l’unica città
in cui potrei vivere, nel senso che per me Roma è un po’ come una mamma. Amo
conoscere i quartieri di Roma, passeggiarci e vivere la realtà di una città
meravigliosa, sebbene un po’ caotica. Roma alle volte ti fa anche innervosire,
a momenti si fa odiare, soprattutto quando hai fretta, però rimane sempre una
città meravigliosa e le si perdona tutto, perché sono troppo innamorato di
Roma. Certe volte penso: "Ma se il lavoro mi portasse da qualche altra parte,
riuscirei a sopportarlo?".
In quali zone hai abitato di Roma?
Io
sono nato in un quartiere che si chiama Pietralata. Quando stavo alle elementari
siamo andati ad abitare nel quartiere Nomentano Italia, ossia nella zona di
piazza Bologna. A 23 anni sono andato a vivere da solo e mi sono trasferito
sulla Camilluccia e adesso sto
sulla Cassia. Quindi sempre più verso nord, fra un po’ me trasferirò a
Viterbo (risata). E piano piano arrivo su da te, Gianfranco, in Trentino.
In
qualche angolo di Roma ami rifugiarti nei momenti liberi?
Io
amo molto passeggiare per le strade del quartiere Coppedè, una specie di isola
felice nella giungla chiassosa e caotica di Roma. Mi piace molto, perché sento
come una sorta di magia, un quartiere che mi rasserena molto. A volte mi fermo
nella piazzetta
a guardare questi palazzi stile barocco, che non sembrano neanche romani, ma
piuttosto parigini, e resto incantato.
Come vivi la Roma by night?
Come
la vivo? Non la vivo più, Gianfrà (risata). Non sono più giovane e a dire la
verità non sono stato e non sono un tipo notturno, sono piuttosto un animale
molto diurno. Mi sveglio la mattina alle sette, vado a dormire abbastanza
presto. Poi se faccio uno spettacolo a teatro, quello che vivo di by night sono
le trattorie e i ristoranti. Perché tu finisci lo spettacolo alle undici e poi
ti rifugi a mangiare un carboidrato
condito da qualche parte.
Frequenti una trattoria in particolare?
Diverse.
Alcune sono legate a dei momenti della mia vita, come la pizzeria “da
Montecarlo”, in vicolo Savelli 12, che è stato un po’ il punto d’incontro
anche artistico di molti di noi che facevano teatro. Siccome è aperto fino a
tardi, andavi lì e incontravi Valerio Mastandrea, Proietti, Laganà e altri
attori che facevano appunto teatro. Tu passavi la sera a mezzanotte e trovavi
sempre qualcuno che era appena uscito da uno spettacolo, magari fatto al teatro
Argot, al teatro Colosseo piuttosto che al Sistina e all’Argentina. E si
chiacchierava di teatro. Poi nel corso degli anni mi sono affezionato ad altri
posticini. Ad esempio per un periodo ho frequentato molto “Acqua e farina”
che è un ristorantino che sta a Testaccio, molto carino. Ultimamente mi piace
molto “L’Asino brillo” che sta alla Garbatella e anche questo
nuovo ristorante che hanno aperto da poco nella zona di via Libia, che si
chiama “Dolce”. E’ un posto molto carino, perché ti portano tutti gli
ingredienti per fare il dolce che vuoi tu, e te lo fai lì per lì, da solo. Tu
vuoi il Tiramisù. Ok. Loro hanno una pasticceria a giorno, con la cucina a
giorno e loro ti fanno i savoiardi caldi e te li portano su un piccolo vassoio.
Di fianco ti portano la moka con il caffè e la crema con il mascarpone e tu
praticamente ti fai il tuo Tiramisù, con una spolveratina di cacao sopra, e lo
fai secondo le proporzioni che piacciono a te. Perché c’è a chi piace il
Tiramisù con poco caffè, chi invece coperto di crema al mascarpone, altri
invece meno. Lo stesso fanno anche con i profiteroles e altri dolci. Io vado
spesso lì e praticamente diventa quasi un gioco. E’ una specie di “fai da
te” che però diventa creativo e non tralascia la qualità del cibo, perché
sono tutte cose fatte in casa.
Per un’artista, Roma cosa rappresenta?
Rappresenta
l’ispirazione. Perché Roma è una città piena di storia, è una città che
ha insita nella gente di Roma una grossa ironia, un grosso senso di autocritica
e anche di goliardia. Roma è la città del “Tira a campà”
e dello “Sti cazzi” (risata). Non c’è lavoro, non c’ho ‘na
lira, non c’ho l’amore… ‘sti cazzi. E’ una filosofia di vita, anche
molto sana, perché sdrammatizza tutte le cose negative. Roma non è una città
che ti mette una pressione addosso. Roma è anche una città rilassante e questa
città si riassume anche nelle poesie meravigliose che scriveva Pasquino, con le
pasquinate contro il Papa, contro il regime… Poi il romano è quello lì, il
romano è uno che se ne infischia
dell’autorità e della religione, anche se sta a due passi dal Vaticano
(risata).